Esame fisico: temperatura 38.5°C, pressione arteriosa 140/85mmHg, frequenza cardiaca 96/min, frequenza respiratoria 19/min. No dolorabilità di rimbalzo né evidenza di epatosplenomegalia e linfoadenopatia. Tumefazione ginocchio sinistro, flessione limitata a 100°. Lesione eritematosa, calda, rilevata e molle alla palpazione sulla superficie anteriore della gamba sinistra.
Esami di laboratorio: VES mm/h, livelli normali di ferritina; ANA negativo; lieve proteinuria.
La Febbre mediterranea familiare (FMF) è una malattia genetica a carattere autosomico recessivo. Il gene, localizzato sul cromosoma 16, è stato clonato e sono state riconosciute più di 20 mutazioni: la M694V è la più frequente. Il gene codifica per la pirina/marenostrina, proteina la cui funzione non è stata ancora ben chiarita. Colpisce indistintamente individui di sesso femminile e maschile, con una lieve prevalenza nel secondo genere. È una malattia considerata rara in Italia; è probabilmente misconosciuta e, quindi, sottodiagnosticata nella popolazione italiana, a rischio di FMF per motivi storico-geografici.
Solitamente la malattia esordisce entro i 20 anni; nel 50% dei casi, i primi sintomi compaiono nella prima decade di vita, mentre nel 5% si sviluppa dopo i 30 anni di età. L’esordio precoce è associato a fenotipo di malattia più grave.
FMF si manifesta con attacchi ricorrenti caratterizzati da febbre e sierosite, della durata di 1-4 giorni, e si risolve spontaneamente. La frequenza degli attacchi varia da 1 a settimana fino a 1 ogni 3-4 mesi e più. Negli intervalli tra gli attacchi, i pazienti godono di buona salute e recuperano pienamente le loro attività.
Febbre. È presente nel 97% dei casi, con valori compresi tra 38 e 40°C; dura generalmente 12-72 ore e può costituire l’unica manifestazione di FMF, soprattutto nei bambini.
Dolore addominale. È presente nel 95% dei pazienti, anche come prima manifestazione di malattia, con un quadro clinico tipico di peritonite (addome teso e non trattabile, Blumberg positivo, livelli idroaerei all’Rx torace o piccola falda ascitica all’eco addominale). Può essere associato a stipsi (più comunemente a diarrea nei bambini); inizialmente localizzato a epigastrio, ipocondrio o fossa iliaca destra e successivamente diffuso, può rimanere localizzato e simulare appendicite o colecistite. Può anche indirizzare verso una colica renale acuta, PID (malattia infiammatoria pelvica acuta) o colica biliare anitterica. La diagnosi errata espone il 30-40% dei pazienti a interventi chirurgici quasi sempre non necessari.
Interessamento articolare. Riguarda il 75% dei pazienti con FMF. Da un punto di vista clinico, sono riconducibili a:
- artralgie transitorie o abortive;
- mono-, oligo-artriti acute (95%). Gli attacchi di breve durata interessano le grandi articolazioni principalmente degli arti inferiori (anca, ginocchio, caviglia) e si risolvono senza esiti;
- artriti protratte. Dolore, edema e arrossamento con impotenza funzionale durano per più di 1 settimana; il quadro si risolve senza esiti;
- artriti croniche distruttive (2-5%): anche e ginocchia sono le articolazioni più colpite con sintomi che possono durare oltre il mese e danno permanente.
Dolore toracico. È dovuto ad interessamento della pleura ed è presente nel 45% dei casi con caratteristiche di una tipica pleurite acuta monolaterale ad insorgenza improvvisa e rapida risoluzione (dolore di tipo trafittivo che aumenta con l'inspirazione profonda, riduzione del suono chiaro polmonare e del murmure vescicolare, piccola quota di essudato che oblitera il seno costofrenico). L’insorgenza di pericardite è rara (0,5%).
Manifestazioni cutanee simil-erisipela. Sono presenti nel 7-40% dei pazienti con lesioni eritematose, calde, rilevate, molli alla palpazione, di diametro fino a 10-15 cm, localizzate tra anca e ginocchio, sulla superficie anteriore della gamba o sul dorso del piede.
Mialgie (forma spontanea, indotta da sforzo, febbrile protratta). La forma spontanea ha breve durata, non è associata a febbre ed è caratterizzata da dolore di lieve-moderata entità; quella indotta da sforzo può accompagnarsi a febbre e dolore intenso, e durare da 8 ore a 3 giorni. La mialgia febbrile protratta dura alcune settimane, il dolore è molto intenso e si associa sempre a febbre elevata.
L’amiloidosi è la complicanza grave della FMF. È frequente nei pazienti non trattati, ha insorgenza precoce e in genere si presenta con sindrome nefrosica.
Diagnosi. È essenzialmente clinica e si basa sull’applicazione di criteri come quelli di Tel-Hashomer, i più recenti e impiegati. La diagnosi è certa in presenza di 2 criteri maggiori; di un criterio maggiore più 2 minori; è probabile se sono presenti un criterio maggiore e uno minore.
Criteri diagnostici per la diagnosi di FMF
Criteri maggiori
- Episodi ricorrenti di febbre e sierosite
- Amiloidosi di tipo AA in assenza di patologie predisponenti
- Risposta alla colchicina
Criteri minori
- Episodi febbrili ricorrenti
- Eritema simil-erisipela
- Familiarità (un parente di primo grado)
Lo studio genetico delle mutazioni MEFV è utile per la conferma diagnostica. Oltre allo studio delle mutazioni genetiche, non esistono test di laboratorio specifici per la diagnosi di FMF.