La scelta adeguata per controllare i sintomi e ridurre il rischio di eventi dopo il primo episodio di pericardite acuta
Antonio Abbate, Pauley Heart Center, Virginia Commonwealth University, Richmond, Virginia, USA
Qual è la migliore scelta terapeutica in termini di farmaci e di durata per il trattamento del primo episodio di pericardite acuta?
A. Ibuprofene 600 mg 3 volte al giorno e colchicina 1 mg/die per due settimane
B. Ibuprofene 600 mg 3 volte al giorno e prednisone 1 mg/kg per due settimane e poi a scalare nelle settimane successive sino a scomparsa del dolore toracico
C. Ibuprofene 600 mg 3 volte al giorno per due settimane e colchicina 1 mg/die per 3 mesi
D. Aspirina 1000 mg 3 volte al giorno per 1 mese
Risposta esatta!
Risposta sbagliata. L'opzione corretta era la C.
La pericardite acuta è una malattia infiammatoria del pericardio spesso scatenata da un’infezione virale. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, l’eziologia rimane sconosciuta e la pericardite viene definita idiopatica. Il sintomo principale è rappresentato dal dolore toracico, che spesso peggiora in clinostatismo impedendo al paziente di mantenere la posizione sdraiata (1). Una percentuale di pazienti variabile tra il 16 ed il 38% va incontro ad una ricorrenza dopo il primo episodio, con un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita. La terapia della pericardite acuta ha quindi l’obiettivo di:
- controllare i sintomi, e
- ridurre il rischio di eventi futuri (1).
Il trattamento anti-infiammatorio con ibuprofene (o altro FANS) ad alte dosi riduce l’infiammazione nella fase acuta e migliora la sintomatologia. Le linee-guida suggeriscono di continuare la terapia anti-infiammatoria per 2 settimane. Nella pratica clinica è utile monitorare gli indici di infiammazione e sospendere il trattamento quando questi sono normalizzati e quando la sintomatologia algica si è risolta (2).
La colchicina ha dimostrato in diversi trial randomizzati di essere efficace nel ridurre l’incidenza di pericardite ricorrente e deve, pertanto, sempre essere associata al FANS, a meno di controindicazioni (3,4). Il trattamento con colchicina dovrebbe essere mantenuto per almeno 3 mesi. I disturbi gastrointestinali sono l’effetto collaterale più comunemente riportato. Nei pazienti che non tollerano la dose di 1 mg, è possibile ridurre la dose a 0,5 mg/die.
La terapia steroidea è indipendentemente associata ad un maggior rischio di sviluppare complicanze e deve quindi essere evitata in prima linea. Vi sono tuttavia alcune eccezioni per l’utilizzo degli steroidi durante il primo episodio di pericardite acuta (Figura 1) (5).
Un’alta frequenza cardiaca può peggiorare lo stato infiammatorio del pericardio per eccessivo sfregamento, esacerbando i sintomi. Il paziente con pericardite acuta dovrebbe quindi evitare ogni esercizio fisico più intenso delle comuni attività giornaliere per almeno 3 mesi (2).


Bibliografia
- Adler Y, Charron P, Imazio M et al. 2015 ESC Guidelines for the diagnosis and management of pericardial diseases: The Task Force for the Diagnosis and Management of Pericardial Diseases of the European Society of Cardiology (ESC)Endorsed by: The European Association for Cardio-Thoracic Surgery (EACTS). Eur Heart J 2015;36:2921-2964.
- Chiabrando JG, Bonaventura A, Vecchie A, et al. Management of acute and recurrent pericarditis: JACC State-of-the-Art Review. J Am Coll Cardiol 2020;75:76-92.
- Imazio M, Bobbio M, Cecchi E, et al. Colchicine in addition to conventional therapy for acute pericarditis: results of the COlchicine for acute PEricarditis (COPE) trial. Circulation 2005;112:2012-6.
- Imazio M, Brucato A, Cemin R, et al. A randomized trial of colchicine for acute pericarditis. N Engl J Med 2013;369:1522-8.
- Imazio M, Lazaros G. Corticosteroids for pericarditis: a warning but don't throw the baby out with the bathwater: HEllenic J Cardiol 2019;60:364-365.