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Biomarcatori sierici per distinguere COVID-19 dalle sindromi infiammatorie da tempesta citochina

Aprile 2022

Nonostante il carattere descrittivo e il numero limitato di pazienti, uno studio ha evidenziato che il profilo dei biomarcatori differenzia chiaramente COVID-19 dalle MAS e sHLH.

Arthritis Rheumatol. 2021;73:1791-1799. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33880885/

 

Claudia BracagliaU.O.C. di Reumatologia, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma

 

La nuova infezione da SARS-CoV-2 sta infettando un numero sempre maggiore di persone nel mondo. Se da un lato tale infezione può provocare, nella maggior parte dei casi, sintomi da lievi a moderati, in una piccola porzione di pazienti può anche scatenare una malattia grave con alta mortalità. Un decorso così critico del COVID-19 si pensa sia associato allo sviluppo della tempesta citochinica, una condizione osservata nella sindrome da attivazione macrofagica (MAS) e nella linfoistiocitosi emofagocitica secondaria (sHLH). Tuttavia, dati specifici che dimostrino una chiara associazione tra la tempesta citochinica e il COVID-19 grave sono ancora scarsi. Gli autori di questo studio hanno valutato se l'attivazione immunitaria nel COVID-19 fosse davvero simile a quella riscontrata nelle sindromi citochiniche classiche, MAS e sHLH.

Le citochine che sono coinvolte nella patogenesi di MAS/sHLH, quali interleuchina-1β(IL-1β), IL-6, IL-18, interferon-γ (IFNγ), o JAK/STAT, rappresentano dei target terapeutici di queste condizioni, e date le similitudini tra le forme gravi di COVID-19 e le sindromi citochiniche classiche, queste citochine sono state considerate dei target terapeutici anche nel COVID-19.

Pertanto, in questo studio, gli autori hanno deciso di confrontare direttamente le citochine nel siero dei pazienti con sHLH e MAS e quelle nei pazienti con COVID-19, al fine di identificare dei biomarcatori sierici che potessero differenziare chiaramente questi quadri. Hanno quindi misurato 22 biomarcatori su campioni di siero di pazienti con COVID-19 (30 pazienti per un totale di 83 campioni longitudinali) raccolti al momento del ricovero e lungo il decorso della malattia, su campioni di siero di pazienti adulti con sHLH (n=20) e con malattia di Still complicata da MAS (n=17), su campioni di pazienti pediatrici con sHLH (n=4) e con MAS (n=9) e su campioni di controlli sani (n=9).

Nei pazienti con forme gravi di COVID-19, i livelli sierici dei biomarcatori misurati erano elevati in un range sovrapponibile a quello dei pazienti con sHLH/MAS. Gli autori non hanno riscontrato differenze significative dei livelli sierici di IFNα, IFNβ, e MCP-2. Al contrario i pazienti con sHLH/MAS potevano essere distinti dai pazienti con COVID-19 grave sulla base di 6 biomarcatori (lL-18, IFNγ, sFasL, IL-1Ra, ICAM-1, IL-8). I livelli di IL-18 e IFNγ erano significativamente più elevati nei pazienti con sHLH e MAS mentre il rapporto IL-18/CXCL9 discriminava soltanto i pazienti con MAS da quelli con COVID-19 grave. I livelli sierici di IL-1Ra e di IL-8 erano significativamente più elevati in pazienti con COVID-19 grave rispetto ai pazienti con sHLH e a quelli con MAS così come i livelli sierici di ICAM-1 solubile. Al contrario I livelli sierici di sFasL erano marcatamente ridotti nei pazienti con COVID-19 grave rispetto ai pazienti con sHLH e a quelli con MAS. I risultati di questo studio hanno confermato che i livelli sierici di IL-18, IFNγ, sFasL e ICAM-1 consentono di differenziare i casi di COVID-19 grave sia dalle sHLH che dalle MAS. Tra tutti i biomarcatori presi in esame IFNγ è risultato essere il migliore nel differenziare le sHLH e le MAS dal COVID-19 grave.

Gli autori hanno inoltre valutato eventuali correlazioni fra i biomarcatori ed hanno osservato correlazioni positive fra IL-18 e IFNγ con quasi tutti i biomarcatori sierici misurati in pazienti con sHLH/MAS, mentre non hanno osservato queste correlazioni nei pazienti con COVID-19 grave.

Queste osservazioni effettivamente sembrano discriminare la disregolazione immunitaria in corso di COVID-19 grave dalle ben note caratteristiche delle altre sindromi da tempesta citochinica.

I profili dei biomarcatori sierici differenziano chiaramente i casi di COVID-19 grave dai casi di MAS o sHLH e questi risultati potrebbero essere utili nel determinare l'efficacia dei farmaci indirizzati contro specifiche molecole dell’infiammazione. Tuttavia questo studio presenta dei limiti. In primo luogo è uno studio descrittivo e limitato a un numero piuttosto ristretto di pazienti, inoltre, sebbene gli autori abbiano ottenuto risultati interessanti, il pannello di biomarcatori sierici dosati comprende pochi analiti pur includendo quelli di maggior rilevanza nelle sindromi da tempesta citochinica classica. Inoltre, gli autori hanno confrontato i livelli sierici di biomarcatori di una condizione clinica caratterizzata da prevalente coinvolgimento polmonare (COVID-19) con quelli di patologie prettamente sistemiche (MAS/sHLH). Nonostante questi limiti, i dati di questo lavoro forniscono importanti informazioni riguardo la sovrapposizione fra l’immuno-disregolazione indotta da SARS-CoV-2 e le sindromi classiche da tempesta citochinica e aprono delle domande in merito al significato dell’iperinfiammazione nel COVID-19. Ovviamente sarebbero necessari ulteriori studi su casistiche più ampie per confermare tali dati.

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