Front. Immunol., 26 August 2020. https://doi.org/10.3389/fimmu.2020.01998
Andrea Picchianti Diamanti, Medicina Clinica e Molecolare, Università degli Studi Sapienza, Roma
In questo lavoro Robert e colleghi, hanno studiato la possibile associazione tra i livelli sierici della forma biologicamente attiva dell’IL17A, il rischio cardiovascolare (CV) e il danno articolare in pazienti affetti da Artrite Reumatoide (AR), durante un lungo follow-up di circa 20 anni. È noto che i pazienti con AR presentano un rischio di eventi e di mortalità CV significativamente più elevato della popolazione generale, e l’infiammazione sistemica sembra essere un ulteriore fattore di rischio indipendente rispetto a quelli tradizionali. Tuttavia, i dati su specifici parametri predittivi sono ancora scarsi e contrastanti. In questo senso, l’IL17A potrebbe rappresentare un link tra malattie CV e AR. L’IL17A infatti è una citochina pro-infiammatoria coinvolta nell’attivazione delle cellule stromali, nell’angiogenesi e nell’osteoclastogenesi. Il suo ruolo nella patogenesi dell’AR è stato confermato da studi in vitro e su modelli murini, inoltre elevati livelli di IL17A sono stati riscontrati nel siero e nella sinovia di pazienti affetti da AR. D'altronde, livelli aumentati di IL17A sono presenti in corso di infarto miocardico acuto in cui l’IL17A potrebbe rivestire un ruolo nella conseguente risposta infiammatoria e apoptotica. Robert et al. hanno dimostrato, per la prima volta in letteratura, livelli basali significativamente più elevati della forma biologicamente attiva di IL17A nei pazienti che durante il follow- up hanno presentato eventi CV, nonché in quelli con maggior danno articolare. Questi risultati sono di grande interesse scientifico e immediato risvolto clinico; la forma biologicamente attiva di IL17A potrebbe infatti rappresentare un importante fattore predittivo di rischio CV nei pazienti con AR. La validità di quanto riportato, è certamente rafforzata dal lungo follow-up, ma anche dall’aver valutato la forma biologicamente attiva dell’IL17A attraverso un dosaggio funzionale realizzato ad hoc, invece dei livelli di IL17A circolante che sono influenzati da altri mediatori quali il TNF-alfa e l’IL25. Tuttavia, questi stimolanti dati necessitano di ulteriori conferme su più ampie casistiche e con più chiare modalità di valutazione del danno radiologico.