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Medicina InternaReumatologia

L’ecografia articolare nella gestione dell’artrite reumatoide

Ottobre 2021

La persistenza di infiammazione subclinica in un’elevata percentuale di pazienti in remissione clinica sostenuta sottolinea l’importanza dell’ecografia articolare nella gestione diagnostico-terapeutica dell’AR.

Arthritis Res Ther; 2021:23:48.

Andrea Picchianti Diamanti, U.O.C. Medicina Interna, Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea, Roma

 

Il raggiungimento della remissione clinica è oggi il principale target nella gestione dei pazienti affetti da artrite reumatoide (AR). La percentuale di pazienti che raggiungono questo obiettivo attraverso le più moderne ed efficaci strategie terapeutiche quali gli agenti biologici, è molto variabile in dipendenza di diversi fattori quali la durata di malattia, gli indici di remissione clinica utilizzati e la tipologia dello studio (trial clinici o real-life).

È però ormai chiaro che la remissione clinica spesso non riflette uno stato di remissione “completa” considerata come l’assenza di infiammazione articolare e blocco della progressione del danno strutturale. Diversi Autori hanno infatti dimostrato come attraverso l’utilizzo di strumenti di imaging molto sensibili quali l’ecografia articolare con applicazione del segnale power-doppler (PD), sia frequente riscontrare una sinovite subclinica anche in pazienti in remissione clinica. Inoltre, la persistenza del segnale PD appare essere predittiva di sviluppo di future erosioni e quindi di danno articolare.

In questo studio Terslev e co-Autori hanno valutato la presenza di una sinovite sub-clinica ecografica in 84 pazienti affetti da AR, in terapia immunosoppressiva biologica o convenzionale, in remissione clinica sostenuta da almeno un anno e raggiunta con il DAS28pcr attraverso una strategia treat to target.

All’esame ecografico sono stati esaminati 24 distretti articolari (polsi, II-V metacarpofalangea e metatarsofalangea, caviglie, gomiti e ginocchia) in scala di grigi (GS) e con il segnale PD, utilizzando lo score OMERACT 0-3. La remissione ecografica è stata definita come “stringente” con GS / PD = 0, semi-stringente con PD =0 / GS  <- 1 e remissione doppler con PD = 0.

Una remissione ecografica stringente è stata osservata soltanto nel 7% del totale dei pazienti, tutti in terapia biologica. Il 37% dei pazienti presentava invece una remissione ecografica semi-stringente e il 56% una remissione doppler, senza differenze significative tra i due gruppi di trattamento. Risultati similari sono stati osservati anche nei pazienti in remissione clinica con criteri più selettivi quali il CDAI-SDAI e i criteri Booleani ACR-EULAR.

Questi interessanti dati confermano la persistenza di una sinovite subclinica ecografica in un’elevata percentuale di pazienti affetti da AR anche in remissione clinica sostenuta, sottolineando l’importanza dell’ecografia articolare nella gestione diagnostico/terapeutica.

Tuttavia, ad oggi non c’è un consenso unanime a livello internazionale sulla sede e numero delle articolazioni da valutare ecograficamente nei pazienti con AR in remissione clinica; il segnale PD di grado 1, specialmente se rilevato in una sola articolazione, è un dato poco specifico, operatore dipendente e talora presente anche in soggetti sani; infine la tipologia dello studio non consente un’analisi prospettica dei pazienti. Queste considerazioni limitano l’impatto clinico dei risultati e rendono necessari ulteriori studi di real-life di natura longitudinale.

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