Int. J. Mol. Sci. 2021, 22(5), 2456.
Andrea Picchianti Diamanti, U.O.C. Medicina Interna, Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea, Roma
Negli ultimi anni, si è assistito ad una sempre maggiore comprensione della fisiopatologia del metabolismo osseo e delle sue molteplici connessioni con diversi sistemi e apparati dell’organismo, incluso quello immunitario. In questo ambito, la vitamina D ha acquisito un ruolo centrale e alterazioni qualitative/quantitative sono state riportate in diverse patologie sistemiche.
In questa revisione della letteratura gli Autori discutono il ruolo della vitamina D in ambito gastro-reumatologico in particolare nelle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) e nelle artriti croniche. La vitamina D è un ormone secosteroide che può essere introdotto da fonti vegetali (vitamina D2 o ergocalciferolo) e animali (vitamina D3 o colecalciferolo); ma la fonte primaria di vitamina D3 è quella endogena e viene sintetizzata nella pelle attraverso i raggi UV a partire dal 7-deidrocolesterolo.
Una volta in circolo la vitamina D2 e D3 viene trasformata nel fegato in 25 idrossivitamina D [25(OH)D], e quindi, prevalentemente a livello renale, nella sua forma attiva 1,25-diidrossivitamina D [1,25(OH)2D o calcitriolo]. Il legame della forma attiva al suo recettore (VDR) nel citoplasma cellulare, determina la traslocazione nucleare e trascrizione genica, essenziale per l’espressione delle sue pleiotropiche attività biologiche.
Il microbiota intestinale, il sistema immunitario e la vitamina D sembrano essere strettamente interconnessi e coinvolti nella patogenesi delle malattie infiammatorie/autoimmuni sistemiche.
È stato infatti riportato che alterazioni del pathway vitamina D/VDR possano innescare un’immunomodulazione verso uno stato pro-infiammatorio con aumento dei linfociti Th17 e riduzione delle cellule T regolatorie.
Inoltre, alterazioni di questo asse possono provocare una ridotta produzione di alcune molecole anti-batteriche, ridotta espressione delle proteine di giunzione strette della mucosa intestinale (MI), alterazione dei meccanismi di autofagia, con conseguente disfunzionalità e aumento della permeabilità della MI.
Queste molteplici disregolazioni agirebbero sinergicamente causando una riduzione delle difese dell’ospite, disbiosi intestinale, traslocazione di prodotti microbici in circolo con conseguente innesco di fenomeni infiammatori e autoimmuni sistemici.
Tuttavia, tali risultati emergono sostanzialmente da studi in vitro e su modelli murini, mentre i dati in pazienti affetti da artriti croniche e nelle MICI sono scarsi e contradditori, inoltre l’efficacia della somministrazione di vitamina D in queste patologie non ha ancora una solida evidenza clinica.
In conclusione, alla luce dei dati presenti in letteratura, l’asse vitamina D/VDR appare essere un campo di ricerca molto importante nell’ambito delle malattie autoimmuni gastro-reumatologiche, pertanto il suo ruolo come possibile target terapeutico in questi pazienti, merita di essere approfondito da adeguati studi clinici.