Rheumatology (Oxford). 2021 Aug 5:keab632
Andrea Picchianti Diamanti, U.O.C. Medicina Interna, Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea, Roma
In linea con quanto recentemente indicato dall’Istituto Superiore di Sanità, la telemedicina (TM) rappresenta un’opportunità essenziale, che dovrebbe essere potenziata in questo scenario di emergenza sanitaria legata alla pandemia da COVID-19.
La TM potrebbe infatti ridurre l’esposizione del paziente al rischio infettivo e al tempo stesso essere utile nel garantire lo stretto monitoraggio del paziente, nel mantenere la malattia sotto controllo, nonché nel rassicurare il paziente rispetto al proprio stato di salute.
Nell’ultimo anno numerosi studi hanno riportato le potenzialità e i limiti della TM nella gestione quotidiana dei pazienti reumatologici.
In questo articolo gli Autori hanno valutato l’affidabilità della TM come ausilio alla visita face-to-face, nella gestione dello stretto monitoraggio clinico e terapeutico dei pazienti affetti da malattie autoimmuni reumatologiche in Italia.
Centosei pazienti affetti da artrite reumatoide (AR), lupus eritematoso sistemico (LES) e artrite psoriasica hanno effettuato una consultazione da remoto nel periodo del lockdown da COVID19, seguita entro due settimane da una visita in presenza, che è stata utilizzata come standard di riferimento.
Sono state quindi analizzate la sensibilità e la specificità della visita a distanza nella decisione di modificare o meno la terapia in corso in base allo standard di riferimento. È stato inoltre esaminato il coefficiente di correlazione intraclasse (ICC) relativo alla misurazione dell’attività di malattia e dei patient-reported outcomes (PROs).
In 89 dei 106 pazienti la visita di persona ha confermato le scelte terapeutiche adottate a distanza.
In particolare, il video-consulto ha mostrato complessivamente una elevata specificità (92-97%) nella gestione terapeutica. La sensibilità è risultata altrettanto elevata (91-94%), tranne nel caso in cui era stata ipotizzata una riduzione della terapia in atto (55%), specialmente nei pazienti affetti da LES.
La TM si è dimostrata affidabile anche per la valutazione dei PROs (ICC 0.8-0.95), mentre i risultati riguardanti l’attività di malattia sono stati meno confortanti (ICC 0.5-0.95).
Questo interessante lavoro conferma come la TM non possa essere considerata un’alternativa alla visita face-to-face, ma sia un’opportunità essenziale nel supportare la strategia dello stretto monitoraggio clinico e terapeutico dei pazienti affetti da malattie autoimmuni reumatologiche.