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Medicina InternaReumatologia

Tocilizumab per prevenire la progressione dell’interstiziopatia polmonare nei pazienti con sclerosi sistemica

Aprile 2021

I risultati dell’analisi post-hoc dello studio focuSSced confermano il ruolo patogenetico dell’infiammazione nelle fasi iniziali della sclerosi sistemica e le potenzialità di un nuovo strumento terapeutico.

Lancet Respir Med 2020;8:963–74.
Arthritis Rheumatol 2021Feb 3. Online ahead of print.  

Alessandro Tomelleri, U.O. di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie Rare, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano

 

Lo studio focuSSced è uno studio di fase 3, randomizzato e controllato con placebo in cui è stato valutato l’utilizzo di tocilizumab, inibitore del recettore dell’interleuchina 6, in pazienti affetti da sclerosi sistemica e coinvolgimento cutaneo diffuso. Lo studio ha incluso 210 pazienti assegnati in modo random a ricevere tocilizumab 162 mg per via sottocutanea o placebo settimanalmente per 48 settimane, in rapporto 1:1. L'endpoint primario dello studio era la differenza nella variazione dal basale alla settimana 48 nel modified Rodnan Skin Score (mRSS), un punteggio utilizzato per quantificare il coinvolgimento cutaneo da malattia. Il mRSS è stato scelto come endpoint primario perché il coinvolgimento cutaneo è universalmente presente nella sclerosi sistemica, che può avere degli effetti significativi sulla funzione e sulla qualità della vita; inoltre, il mRSS è una misurazione fattibile, affidabile e convalidata. Tra gli endpoint secondari vi era la percentuale della capacità vitale forzata (%FVC) predetta alla settimana 48. Lo studio non ha raggiunto l’endpoint primario, ma nel gruppo trattato con tocilizumab è stata osservata una riduzione della %FVC predetta significativamente inferiore e, inoltre, un minor numero di partecipanti ha avuto un calo di almeno il 10% nella %FVC predetta. Questi dati suggeriscono che tocilizumab possa preservare la funzione polmonare in pazienti affetti da sclerosi sistemica.

Questa osservazione è stata confermata da un’analisi post-hoc dello stesso studio, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati. Dei 210 pazienti reclutati nello studio, 136 (65%) presentavano una patologia polmonare interstiziale al basale. Questi pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi, sulla base dell’entità del coinvolgimento polmonare (lieve, moderato, o grave), con la maggior parte (77%) che presentava un coinvolgimento moderato o grave. L’analisi ha evidenziato che, rispetto al braccio placebo, nel braccio che ha ricevuto tocilizumab vi è stata una stabilizzazione della %FVC predetta a 48 settimane (least squared mean change -0.1% vs -6,3%). Tale effetto di stabilizzazione della %FVC predetta è stato osservato indipendentemente dalla gravità della fibrosi al basale. In aggiunta, nel braccio tocilizumab è stato osservato attenuamento nello sviluppo di fibrosi polmonare in TAC a 48 settimane.

In conclusione, questi due studi evidenziano la capacità di tocilizumab di preservare la funzionalità polmonare in pazienti affetti da sclerosi sistemica diffusa e interstiziopatia, indipendentemente dalla gravità del coinvolgimento al basale. Questi risultati sono certamente di grande importanza clinica, in quanto aggiungono un nuovo potenziale strumento terapeutico nel trattamento della sclerosi sistemica e, inoltre, confermano l’importante ruolo patogenetico dell’infiammazione nelle fasi precoci della malattia.

 

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